Sono le 18:30 del 14 maggio 2012. Mi trovo a Barcellona al tavolino di un bar con Sebastián García Ferro, direttore artistico, ideatore e curatore del BIDE, nonché coreografo, compositore, danzatore e performer di contact improvisation. Sebastian ha studiato Contact Improvisation con Andrew Harwood, Nancy Stark Smith e Chris Aiken e molti altri. Ha approfondito lo studio di danza contemporanea con Ted Stoffer, Peter Mika e Martin Kilvady. Insegna CI e training fisico in molte scuole e festival in Argentina, Spagna, Germania, Portogallo e Belgio. 



ADD: Hola Sebastian, puoi dirmi, in poche parole, quali sono gli aspetti salienti del BIDE?

SGF: Hola Annachiara, direi che gli aspetti piu’ importanti del BIDE sono dispiegati in due linee: una ha a che fare col lavoro creativo in  formato laboratorio, che è un formato di creazione orizzontale, dove non c’è una persona che dirige, bensì un ‘facilitatore/facilitatrice’ di un tema che genera un’investigazione. E’ un laboratorio che generalmente dura sei ore e ha poi un risultato scenico finale. La seconda linea  è quella dell’agevolazione del networking tra ballerini, coreografi e performer di diversi stili, diverse età e diverse provenienze e formazioni. A noi interessa molto far incontrare le vecchie generazioni con quelle nuove che sperimentano nuovi stili. Queste due linee, poi, aprono spazi di riflessione poiché, a partire da un risultato di un lavoro fatto in così poco tempo, si aprono domande, questioni… e soprattutto, molti dei facilitatori vengono qui con un tema che già stanno investigando e trovano nuovi stimoli, sebbene si offra spazio anche alle tematiche che sorgono al momento. Inoltre il BIDE, e tu che l’hai vissuto lo sai, è un incontro intensivo di cinque giorni ma cerchiamo di farlo proseguire nel tempo e nello spazio con eventi ‘postBIDE’. Offriamo, per esempio, residenze ad artisti (generalmente in trio) ed eventi satellite  in altre città, dove investighiamo più profondamente alcune delle tematiche che sorgono. In questo modo si apre la linea temporale e il Bide diventa una ‘PIATTAFORMA’ che funziona tutto l’anno.

ADD: Piattaforma dunque, ma chi ha ideato il Bide e quale è stato il primo anno della sua realizzazione?

SGF: L’idea mi venne quando arrivai a Barcellona nel 2005, dopo che avevo lavorato diversi anni a Bruxelles, Berlino e in altri posti. Mi resi conto che a Barcellona non c’era scambio tra i ballerini ed inoltre  soffriva di provincialismo; non veniva gente da fuori qui, cosa che ora sta cambiando (di fatto tu sei qui in questo momento), e quindi pensai: ‘cosa potrebbe succedere se generassimo uno spazio di interscambio?’  Dall’altro lato, essendo io ballerino e coreografo freelance, mi interessava creare qualcosa che ‘trascendesse la mia persona’ creare qualcosa e starci dietro, invisibilmente. Dunque, essendo anche parte della comunità della contact improvisation e prendendo parte all’incontro annuale dell’European Contact Improvisation Teachers Exchange, dopo aver fatto anche una residenza e un lavoro multidiciplinare, presi queste idee e ne parlai con Daniel Werner al principio del 2007. All’ECITE(European Contact Improvvisation Teachers Exchange)  mancava l’approccio del ‘verso fuori’…dunque iniziammo a riflettere su questo progetto e contattammo anche Ulla Makinen, che allora studiava a Francoforte coreografia e danza, con una tesi sul ‘lavoro in laboratorio’. Così  nel marzo 2008 ci incontrammo per una tre giorni di scambi e contattammo le varie piattaforme già esistenti a Barcellona, come il Mercat de las flors , la Caldera, l’APDC (sindacato dei ballerini della Catalunya), gettando le basi per questo evento che ebbe inizio nel marzo 2009.

ADD: Dunque l’idea fu in principio la tua, ma poi fu comune a tutti gli altri… Spesso le idee sono nell’aria, ma ne è difficile l’attuazione.

SGF:  Si, il BIDE prese corpo in modo comune. Poi, dopo il primo anno, che fu quasi un laboratorio-sperimentazione, ottenemmo un traguardo importante che fu quello si avere connessioni al di fuori della Catalunia e della Spagna. Iniziammo così a generare il network. La piattaforma è un contenitore con una serie di finestre che la gente può scegliere se e come utilizzare, con libero arbitrio.

ADD: In queste quattro edizioni quali sono stati i problemi organizzativi?

SGF: Iniziammo a percepire che più che organizzatori eravamo direttori della piattaforma. Sicuramente i problemi sono stati e sono finanziari: non sempre le istituzioni concedono finanziamenti per la danza. Ma in effetti non abbiamo avuto grandi problemi poiché tutti i nostri soci ci hanno dato un grande supporto, non solo logistico. L’aspetto più difficile è  cambiare la mentalità dei ballerini: essi sono abituati ad avere delle direttive  e meno a lavorare in laboratorio  e anche chi dirige non è abituato a condividere il suo processo creativo. Noi sappiamo cos’è un laboratorio e sappiamo bene di non avere ancora la formula perfetta e forse non l’avremo mai, ma questo ci stimola molto.

 ADD: E’ dunque  una continua investigazione…

SGF: Esatto!  Però con un supporto teorico molto forte.

 ADD: Ti ricordi di qualche edizione, in particolare, per qualche motivo specifico?

SGF: La prima cosa che mi viene in mente è il flash mob di questa edizione BIDE 2012: abbiamo creato, con tutti i partecipanti, un’ azione collettiva nel quartiere del Graner di Barcellona. Avere, in quella occasione, la possibilità che gente di altri paesi facesse reportages e domande a persone locali, è stato di grande impatto. Inoltre il laboratorio con Ladys Gonzalez sui desaparecidos dell’Argentina al quale hanno partecipato persone di diversi paesi (Africa, Taiwan, Italia…), per me che sono argentino è stato molto emozionante.  Ricordo, infine, con molto piacere, che l’anno scorso avemmo un laboratorio in cui tre processi creativi erano legati tra loro da fili invisibili, accadendo in tre luoghi distinti, ma nello stesso tempo.

ADD:  Network, interculturalità, ricerca continua sono, allora, le caratteristiche di questo scambio internazionale. Domande sempre aperte: la caretteristica dell’arte contemporanea.

Allora ti pongo un’altra domanda: Che impatto culturale, sociale ed economico ha avuto il BIDE sulla città di Barcellona?

SGF:  Prima di tutto voglio soffermarmi su ciò che hai detto prima. La caratteristica del BIDE è che a noi non interessa avere tante domande, bensì il fatto che generare opinioni o risposte sia indefinito. A noi interessa la cornice nella quale nessuno, in nessun momento, può arrogarsi  il diritto di dire qualcosa. L’investigazione stessa e il suo prodotto scenico è solo un’opinione… Per quanto riguarda l’impatto culturale, sentiamo che qualcosa si sta costruendo. Il primo traguardo è stato quello di avere posto in  relazione istituzioni prima lontane, sebbene fisicamente vicine. Il secondo è quello di aver creato relazioni e interazioni tra artisti locali e gente di fuori. Di fatto diamo borse di studio e poi restano connessioni forti internazionali.

 ADD: Espandere  la ‘cultura danza’ al di fuori dei propri limiti?

SGF: Sì. E anche poter trasmettere questa idea del laboratorio e del lavoro orizzontale. E’ questa la filosofia del BIDE.

 ADD: E’ vero, infatti io stessa ho sperimentato questa innovazione… E’ un qualcosa che in realtà ti cambia. Ancora una domanda: credi che gli eventi di danza possano contribuire all’economia di un territorio, se ben creati e diretti?

SGF: Sì. La danza è una delle prime espressioni dell’uomo. La danza ha un impatto forte sulle persone e le fa sorridere, come abbiamo visto anche al Dia Internacional de la Danza qui a Barcellona (15 stili di danza, 400 ballerini). Nei momenti di crisi, come quello che stiamo vivendo, la cultura e’ sempre un rifugio, ma la danza è uno dei rifugi più belli poiché essa è uno spazio fisico, non solo intellettuale; la danza è uno spazio di azione. Con il BIDE tentiamo di coniugare teoria e pratica. La riflessione e l’azione.

 ADD: Noi siamo di parte… ma possiamo dire che la danza è una delle arti più complete e che  dobbiamo dar sempre più valore a questa arte?

SGF: Socialmente credo che questo sia uno dei migliori momenti per la danza. Ci sono molte discipline periferiche alla danza e alla cultura del corpo, non legate soltanto allo sport. Sebbene non tutti la capiscano, quasi tutti sanno che esiste la danza contemporanea. E internet oggi contribuisce molto alla diffusione di questa cultura.

 ADD: Dunque, pensi che questa epoca possa essere strategica per il settore danza da un punto di vista economico e commerciale? La danza può essere molto importante per l’industria culturale? Può apportare  non solo benefici fisici a chi la pratica, ma anche benefici sociali, culturali ed economici?

SGF: Assolutamente!

 ADD: Ultima domanda. Chi secondo te in Spagna o a livello internazionale è uno dei maggiori esperti in questo settore? E chi è il più capace nel trasformare gli eventi di danza in operazioni commerciali?

SGF: Non posso darti un risposta chiara perché la verità è che io sono più legato alla creazione che alla produzione. Ma sicuramente ti posso parlare di Lieven Thyron, che è il produttore di  ‘Les Ballets C. de la B.’ Lessi una sua intervista otto anni fa in un giornale e ne rimasi colpito. Penso che egli dia la giusta chiave di lettura per quel che concerne la gestione culturale, dal momento che gestisce una compagnia così grande e con molti coreografi. Un’altra persona che ammiro molto e che mi ha aiutato tanto è la produttrice de La Caldera (centro per la creazione contemporanea di Barcellona) : Beatriu Daniel. Lei è stata una persona molto importante poiché, con la sua generosità, ci ha offerto molti consigli utili. La tua è una domanda trabocchetto perché, generalmente, si vede più l’istituzione che le persone che stanno dietro o all’interno della gestione culturale. E  ciò mi dispiace perché se le cose vengono realizzate è soprattutto grazie alle persone e alla potenza delle loro idee.

Dal 27 al 29 settembre 2013 a Salerno, nella splendida cornice dello storico complesso di Santa Sofia, si terrà il Salerno International Dance Exchange, evento satellite del BIDE.

Attraverso l’importazione di questo scambio internazionale creiamo un ponte culturale tra queste ‘vicine’ città europee e attuiamo uno scambio di conoscenze orizzontale e non gerarchico tra artisti locali ed internazionali. Uno scambio che possa , come work in progress, generare stimoli e cambi di mentalità obsolete. Tutti sono invitati a partecipare, contribuire e diffondere l’evento.

http://www.bide.be/index.php

Annachiara Di Donato