Terminata la tre giorni di danza, tenutasi al complesso di Santa Sofia, a Salerno, dal 27 al 29 settembre, nonostante le difficoltà e gli immancabili imprevisti, è possibile registrare un grande successo.

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Dal respiro internazionale e, sopratutto, innovativo, il Salerno International Dance Exchange ha visto nei suoi laboratori innovativi ben 20 protagonisti provenienti da diverse parti del mondo! Perchè innovativi? Merito della filosofia di BIDE – l’evento madre di Barcellona – alla cui base vi è un sistema non gerarchico di apprendimento. É una diversa organizzazione del lavoro, appunto, che vede tutti posti sullo stesso piano, partecipanti e organizzatori. L’interesse, infatti, non è il mero e classico insegnamento, ma la volontà di crescere insieme, di imparare dallo scambio e dal  confronto. Come tiene a precisare il direttore artistico Sebastian Garcia Ferro, che abbiamo intervistato,  una cosa fondamentale che si ricava da questa esperienza è, anzitutto, imparare ad ascoltare: «anche se si usa l’inglese per tutti, chi parla una lingua diversa dovrà ascoltare e tradurre contemporaneamente. In questo modo l’atmosfera risulta tranquilla e libera da ogni tipo di prevaricazione!» Non conta l’età, né l’esperienza: conta la predisposizione all’altro. Si lavora molto sul corpo in maniera individuale e collettiva usando la musica come elemento indispensabile per caricarsi e costruire,  in un flusso spontaneo e continuo, figure in movimento. Tutta questa teoria potrebbe apparire ai più scettici un’utopia, ma noi abbiamo potuto constatare il contrario. Infatti, abbiamo avuto modo di partecipare, in qualità di pubblico, alla prima mattinata della manifestazione.

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Lo stage aperto, non soltanto a ballerini ma anche a peformers, è un’esperienza unica di scambio culturale e di integrazione che ripropone i suoi laboratori in giro per il mondo – Fabritia D’Intimo, collaboratrice alla direzione artistica, ci ha infatti anticipato la novità dell’anno prossimo: dopo cinque anni di eventi in Europa, Bide andrà oltreoceano, in Argentina e in Brasile – e tutti partecipantinti ne sono entusiasti e rifarebbero volentieri l’esperienza.

Non resta che fare i complimenti a Bide e ad Annachiara che ha creduto nel progetto e per usare le parole di Sebastian diciamo a voi tutti: «just try, just do it

 Raffaella Estatico
Antonella Babbone