Miglior preludio non era auspicabile per la serie di seminari dedicati al mondo Disney, in attesa dell’evento firmato Davimedia, del 22 Marzo, che vedrà ospiti al Teatro D’Ateneo Claudio Curcio, Luca Boschi, Valentina De Poli e Blasco Pisapia.

Il prof. Marco Pistoia, docente di Storia del Cinema nella facoltà di Lingue e Letterature Straniere, ci ha deliziati con un primo incontro dedicato al rapporto – personale e cinematografico – tra Walt Disney e Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, soffermandosi soprattutto sullo studio operato da quest’ultimo sulle particolari tecniche del genio dell’animazione. Nelle sue monografie, Ėjzenštejn, si concentra sull’importanza di un’opera d’arte totale, di wagneriana memoria, che comprenda musica, immagini e colori. Questo rapporto è pienamente esemplificato nelle Silly Symphonies, opera composita cui lo stesso Ėjzenštejn si è ispirato nella scena del Carnevale del suo incompiuto Que viva Mexico!, dove vediamo un chiaro riferimento al famoso brano della Skeleton Dance di Disney.

I particolari Disney che tanto interessano Ėjzenštejn sono, però, caratterizzati soprattutto dall’importanza attribuita all’universo dell’infanzia e ai personaggi protoplasmatici, che incarnano la perfetta sintesi tra uomo e natura (vedi numerosi protagonisti del film Disney attinti dal regno animale, che parlano e pensano come se fossero umani), in una armonia pre-edenica – la stessa riscontrata da Ėjzenštejn quando esplorò il Messico per le riprese del film mai terminato – che spinse il cineasta e teorico russo a vedere nell’opera Disney il “paradiso realizzato”, in opposizione, come ha scritto nel suo monumentale Metodo (di prossima pubblicazione anche in Italia), al “paradiso perduto” riscontrabile nella cinematografia di Chaplin, altro grande regista dell’infanzia.

A questo proposito si può azzardare che Ėjzenštejn e Disney siano due facce della stessa medaglia: entrambi sono alla ricerca di un equilibrio tra uomo e natura. E’ da questa ricerca che si giunge ad un altro tratto caratterizzante della cinematografia disneiana: il principio di estasi, nella più letterale accezione del termine, ossia quel senso di “uscita da se stessi” e di “trasformabilità dell’umano”, che aveva trovato precoce interprete nel Bernini scultore. Principale elemento di rappresentazione di tale trasformabilità è il fuoco, che, oltre a rimandare continuamente a uno stato primordiale, è il principale simbolo di movimento, perché in continua trasformazione.

La lezione è terminata con un riferimento al lungometraggio del 1940, Fantasia, massimo emblema della concezione di sintetismo e sincretismo tra musica e immagini; e con questo vi rimandiamo all’appuntamento di domani, ore 14:30, Laboratorio Russo, dedicato proprio a Fantasia! Non mancate!

Alessia De Stefano
Elio Di Pace
Maria Rossella Scarpa

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/173256139488665/?fref=ts

Riferimenti bibliografici:

Oksana Bulgakowa: “Ejzenštejn and Disney” 

A Lyric Queer in the Era of Late Capitalism