Quante volte con le cuffiette del nostro ipod nelle orecchie abbiamo chiuso gli occhi immaginando altre realtà, lasciandoci trasportare dalla musica e dalle emozioni che suscita? Le colonne sonore della nostra vita sono così tante, ad ognuna leghiamo un momento speciale, un profumo, una persona, un’emozione che non vogliamo dimenticare. La musica ci aiuta ad imprimerle in noi. E se potesse farlo anche l’arte?  Un fotografo tedesco ci è riuscito.

Si tratta di Martin Klimas (http://www.martin-klimas.de/) che, dal suo studio di Düsseldorf, ha dato forma alla musica, anche se solo per poche frazioni di secondo. L’esperimento è riuscito grazie a centosettanta colorati grammi di vernice, un otturatore regolato a sette millesimi di secondo e tanti altoparlanti. La vernice “stimolata” dalle musiche di Miles Davis, Hendrix e i Kraftwerk ha dato così vita a straordinarie esplosioni (è il caso di dirlo, considerando che due altoparlanti sono scoppiati per il volume altissimo necessario per far saltare il liquido).

Queste esplosioni vivono nella fotografia. Diversamente quindi dalla poetica dell’espressionismo astratto – di cui Pollock è il maggior esponente – Klimas non usa il pennello, né la forza del suo gesto. Resta dietro l’obiettivo pronto a catturare la forma della musica grazie alla forza delle onde (altra fonte di ispirazione sono gli studi di Hans Jenny).

Commistione di stimoli e suggestioni che aiuta a mostrare l’unica via ormai possibile per comprendere la complessità del mondo: l’approccio multidisciplinare del design thinking. È la volontà di vedere di più, di costruire una visione che sia ampia, di aprirsi così a nuove idee sempre diverse. L’arte di Klimas ferma il tempo, permette alla musica di esprimere la sua forza e di creare così attimi di “vita”.