Se questa estate 2014 non è stata caratterizzata da grande caldo e temperature per così dire “consone” alla stagione, si è trattato di un periodo molto caldo per le attività di CreActivitas, che da Maggio a Settembre si è trovata a vivere l’atmosfera di quattro delle sei finaliste al titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019, che verrà decisa, dopo anni di lavoro sul territorio, Venerdì 17 alle 17 (la Commissione è sicuramente stata burlona per quanto concerne la scaramanzia).

Il tour prende le sue mosse, almeno nella sua fase ideativa, già da Dicembre 2013, quando CreActivitas, in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, presso la prestigiosa sede dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Salerno, ha organizzato un convegno dal titolo “La dimensione europea delle capitali della cultura” in cui ha invitato le sei città finaliste (in rigoroso ordine alfabetico Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena) più Leuwaarden 2018, città capitale per i Paesi Bassi, La Valletta 2018 per Malta, Marsiglia 2013 per la Francia ed una serie di altre esperienze internazionali molto valide. Il convegno è stato così l’occasione per entrare nel mood del concetto di candidatura e della rilevanza internazionale del modello, capace di poter attivare, attraverso processi gestionali complessi e di lunga visione strategica, una rigenerazione urbana culture-based capace di generare valore aggiunto sia in termini economici che sociali che ambientali sul territorio.

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La prima città ad essere stata visitata dal team di CreActivitas è stata Matera la cui visita, il 21 Maggio 2014, è coincisa con l’esito interessante di un workshop organizzato dalla candidatura in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, con cui CreActivitas ha collaborato e collabora a più riprese, e con Waag Society, società di Amsterdam che avevamo già conosciuto in occasione di ArtLab nel Settembre 2013 a Lecce. La particolarità di questa società, oltre ad essere un istituto di eccellenza a livello europeo nei progetti che combinano arte, scienza, sociale e tecnologia, è dovuta ad esempio dal metodo che caratterizza il loro lavoro, che consiste nell’elaborare progetti coinvolgendo direttamente gli artisti, i creativi e gli utenti stessi (metodo “users as designers”).

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Il laboratorio, che ha coinvolto 11 persone provenienti da settori diversi e facente parte del tessuto cittadino come insegnanti, ricercatori scientifici provenienti da istituzioni scientifiche, operatori culturali che lavorano a stretto contatto con i bambini e altro, mirava ad insegnare ai partecipanti un approccio alla ricerca nel campo dell’apprendimento ludico e creativo.  I partecipanti hanno cercato soluzioni dal punto di vista del bambino: trasmissione del sapere in ambito scientifico e come raccontare il patrimonio storico e artistico coinvolgendo i giovani. Sotto la guida di Astrid Lubsen e Helma van Rijn di Waag Society si sono realizzati nuovi concetti per creare mappe a misura di bambino per scoprire la città, realizzate da bambini. Idee per riproporre in chiave moderna il patrimonio dei giochi storici e progetti per far scoprire il lavoro del Centro di Geodesia Spaziale di Matera.

Una delle particolarità del workshop inoltre, era lo stesso luogo in cui si è svolto, ovvero un sasso, la tipica struttura materana risalente alla preistoria che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, che è stato riqualificato e reso sede di un progetto molto interessante dal nome unMonastery. Si tratta di un programma di residenze per innovatori radicali, che nasce come risposta allo spreco di risorse, materiali e intellettuali, e si ispira all’esperienza del monachesimo occidentale. Funziona cosi: comunità locali accolgono un gruppo di innovatori – portatori di competenze forti e di spirito di servizio alla comunità – che in cambio di vitto, alloggio e riconoscimento sociale si impegnano a risolvere le criticità del luogo. Chi aspira a contribuire a risolvere i problemi delle nostre società può così mettersi in gioco senza dovere per forza essere un professionista al servizio di governi o grandi organizzazioni.

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È soltanto un primo pezzo del progetto di candidatura della città lucana ad ECoC; dalla nostra visita quello che ci ha colpito maggiormente è il forte senso di comunità e di partecipazione attiva e consapevole della cittadinanza, che si è metaforicamente schierata al fianco della candidatura supportandola e credendoci. Molto interessante è anche il concetto di brandizzazione che la candidatura ha compiuto sul territorio: il logo di Matera2019 è ben visibile in qualunque punto della città, a dimostrazione della permealità identitaria di questo concetto sul territorio e del grande lavoro compiuto in questi anni dalla squadra guidata da Paolo Verri.

Passa soltanto qualche giorno, e il 24 Maggio partiamo alla volta di Siena, città candidata diretta da Pier Luigi Sacco, dove CreActivitas è relatrice in un workshop organizzato nell’ambito delle attività della città candidata sul tema delle Creative Industries, sicuramente un concetto chiave all’interno dei progetti di candidatura di ogni città candidata. In particolare, l’incontro si proponeva di mostrare alcune tra le realtà più innovative, in Italia e in Europa, sul tema delle industrie creative (e, di riflesso, su quelle culturali), mostrandoci esempi virtuosi di organizzazioni ed enti che si sono distinti nell’innovazione dei modelli di gestione, piuttosto che sui contenuti o sulle attività svolte.

Tra gli interventi, tutti molto interessanti, segnaliamo quello di Pia Areblad, CEO di Tillt, un centro culturale / incubatore specializzato nel portare attività artistiche all’interno di organizzazioni già strutturate, facendo da ponte tra coloro che compiono attività essenzialmente culturali (poeti, scrittori, pittori, danzatori, ecc.) con organizzazioni che decidono di puntare sulla cultura e la creatività come motore d’innovazione delle proprie attività. I risultati ottenuti da questo processo sono bilaterali, e da un lato permettono di sviluppare nuove forme innovative di creazione artistica, mentre dall’altro di migliorare i processi e metodi di sviluppo organizzativo e di crescita umana e professionale. Tra gli italiani, interessante l’intervento di H-Farm, che ha spiegato il suo progetto di incubazione di attività di startup e in particolare si è focalizzato su un loro progetto dedicato allo sviluppo dei big data, tema molto caldo nel mondo dell’informatica oggi, declinandoli sul tema dell’industria turistica, che va a braccetto con i contenuti culturali e creativi. Il nome della società startup, Travel Appeal, riflette questa sua funzione, e in particolare in questi mesi si sta già lavorando ad una serie di dati che, utilizzando anche il concetto del sentiment, ovvero cercando di schematizzare i sentimenti delle persone che interagiscono in rete tramite una serie di complessi algoritmi, riescono a dare mappature di temi importanti come l’impatto sui social delle città candidate a Capitale Europea della Cultura, oppure dell’Expo 2015. Noi di CreActivitas abbiamo invece presentato il nostro modello di accelerazione d’impresa a base culturale che creativa che, superando il vecchio modello EBN che si concentrava maggiormente sulla parte finanziaria della startup, indubbiamente un aspetto importante per essa, si focalizza maggiormente sul concetto di idea generation, ovvero sulla generazione di valore dell’idea, in modo tale da farle acquisire maggiore strutturalità ed appetibilità in grado di poter poi compulsare con maggiori possibilità di successo venture capitalists, bandi o comunque quale che sia il percorso di finanziamento intrapreso in fase di progettazione.

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Di Siena abbiamo molto apprezzato, visitando un po’ la città e respirando l’aria di città capitale, la complessa strategia di vision a lungo termine che il progetto di ECoC ha dato alla città che, aldilà della vittoria o meno, può sentirsi già parte integrante di un complesso piano di rigenerazione urbana basato sulla cultura e la creatività che, gettando le basi sulla crisi del sistema bancario e in particolare del Monte dei Paschi di Siena che, volente o nolente, costituiva una fonte di finanziamento enorme per la città, attraverso una serie di forti relazioni internazionali è in grado di riportare Siena sullo scacchiere privilegiato per attività di scambi e di collaborazioni internazionali in grado di risollevare le sorti a lungo termine della città.

Luglio e Agosto giungono e per il team di CreActivitas è il momento del “riposo attivo”: con la testa rimaniamo a progettare, studiare, ricercare ma con il corpo ci godiamo il meritato riposo dopo un anno d’intensa attività. Settembre arriva e con esso è giunto il momento di proseguire il nostro tour: il 19 Settembre siamo a Ravenna, invitati nell’ambito del convegno “Switch On – Costruiamo l’Europa Creativa”, convegno internazionale che approfondisce i temi delle politiche di sviluppo per le industrie culturali e creative in città di medie dimensioni, e cha ha portato nella città candidata più di 100 partecipanti provenienti da tutta Europa, che hanno costituito uno stimolo importante per discutere, imparare e scambiarsi esperienze su città e industrie creative, mescolando sessioni teoriche a presentazioni di buone pratiche nazionali e internazionali da prendere come esempio.

Ospitata nel suggestivo “Palazzo Rasponi dalle Teste” in piazza Kennedy, destinato a diventare “Palazzo dell’Europa”, l’iniziativa è organizzata in partnership con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia e “KEA – European Affairs”, centro di ricerca di fama internazionale. Tanti gli interventi di livello, a cominciare da Caroline Bos, architetto e urbanista olandese, cofondatrice di UNstudio, la quale ha tenuto un keynote speech dal titolo: “Really Creative – connective culture & commerce in the contemporary city”.

I lavori sono stati strutturati in tre temi che sono anche i nodi cardine della Candidatura di Ravenna: “Arte e cultura in relazione allo sviluppo urbano e portuale”, con esempi da Amburgo e Italia, moderato da Pippo Ciorra (senior curator MAXXI Architettura di Roma); “Arte e cultura in rapporto a sviluppo economico e innovazione”, moderato da Fabrizio Binacchi (Direttore della sede Rai dell’Emilia-Romagna), con esperienze da Eindhoven (Paesi Bassi), Tartu (Estonia), Lille (Francia) e Finlandia; “Arte e Cultura in rapporto all’internazionalizzazione e all’attrattività delle città” (sabato mattina), con testimonianze da Graz (Austria), Saint-Etienne (Francia)  e Italia, moderato da Edoardo Colombo, esperto di turismo digitale e membro del TDLAB MiBact. Tutti gli interventi sono stati sintetizzati, in maniera particolarmente innovativa, in uno scribing, un grande disegno creato in tempo reale dal fumettista e illustratore Gianluca Costantini.

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Ravenna rappresenta anch’essa una candidata valida al titolo di Capitale Europea della Cultura; molti sono stati gli elementi d’interesse che abbiamo colto, a partire dalla capacità di riunire a sistema una serie di espressioni artistiche fondanti il territorio, fino al grande progetto di riqualificazione della darsena e del waterfront antistante la città, e in parte finora separata da essa, tema che è già stato affrontato sia da altre città capitali, come Marsiglia 2013, sia in progetti di riqualificazione urbana come nel caso di Valencia.

Ultima tappa (finora!) del nostro giro delle città candidate è stata Lecce, in cui abbiamo tenuto un workshop dal titolo “Fotografia. Industria creativa crosscutting” all’interno del festival Bitume Photofest, il primo evento di fotografia urbana nel Mezzogiorno, in cui artisti affermati e giovani talentuosi hanno “invaso” la città di Lecce abitandone gli spazi e riqualificandoli attraverso le foto. L’evento è stata l’occasione per riflettere un po’ sul ruolo dell’industria fotografica, che a pieno titolo può inserirsi sia, con una propria specificità, all’interno del complesso mondo delle industrie culturali e creative e sia, allo stesso tempo, per la sua estrema versatilità, può interrelazionarsi con altre industrie creative, come la moda, il cinema, lo spettacolo, i documentari/reportage, e molto altro ancora. Si tratta di un mercato che è ancora in grado di trovare degli sbocchi di mercato importanti, in settori anche estremamente diversi tra loro: questo è ciò che la rende un’industria creative capace di generare valore aggiunto sia diretto che indiretto, e a poter contribuire anche ad un processo di rigenerazione urbana culture-based.

Di Lecce si è apprezzata molto una grande vivacità artistica, grazie anche al lavoro di Airan Berg, che già aveva lavorato come direttore artistico al progetto di Linz 2009; la capacità di raccontare una città viva culturalmente, in grado anzi di generare cultura in maniera anche spontanea, è sicuramente un risultato importante per la città, e rappresenta sicuramente un patrimonio che non può e non deve essere disperso in futuro, qualunque sia il risultato.

Il tour ci ha mostrato tante facce e tanti modi di declinare soluzioni per lo stesso problema, e ci ha fatto capire che c’è un grande mondo di vivacità che sta crescendo con le città candidate; chiunque vincerà il 17, l’importante è sottolineare come ognuna delle finaliste ha costruito un lavoro importante, che in ogni caso fa e farà il bene della comunità per cui è stato costruito.

Franco Cappuccio

Fabio Borghese