“Una lettura eccentrica tra eroine e principesse” .  Così la professoressa Pelizzari definisce il suo seminario, incentrato sull’evoluzione dei personaggi femminili Disney, e al cambiamento della figura maschile in rapporto alla donna. L’analisi svolta dalla prof.ssa Maria Rosaria Pelizzari è partita dal primo classico Disney del 1937, Biancaneve, fino ad arrivare al 2012, con Brave – Ribelle.

 

Le Principesse Disney sono, ormai, “la gallina dalle uova d’oro” del brand. Non a caso, il franchise delle Principesse si è consolidato a tal punto da comprendere al suo interno, oltre al classico film d’animazione, anche numerosi prodotti legati al loro mondo.

“Ma procediamo con ordine!”, suggerisce la prof.ssa.

Il primo classico d’animazione Disney risale al 1937, ed ha per protagonista Biancaneve. Storicamente gli americani avevano da poco eletto il nuovo presidente Roosevelt, e il suo New Deal, simbolo di speranza che si riflette, chiaramente, anche al cinema. Biancaneve, infatti, rappresenta il sogno del ceto medio: ovvero, quello della ‘regina del focolare’ e della ‘mogliettina semplice e carina’. La donna di fine anni ’30 doveva avere un ruolo ben definito in casa: particolarità che si esplicita in Biancaneve nella scena in cui lei arriva a casa dei nanetti e comincia subito a rassettare.

Molti punti in comune con Biancaneve, li ritroviamo nel successivo film del 1950, Cenerentola. Entrambe sono orfane di madre e hanno un rapporto ostile con la matrigna, sembrano soccombere alla loro cattiveria, ma, nonostante il loro essere l’emblema della suddetta ‘regina del focolare’, conservano una fermezza e una forza d’animo tale da far sì che vincano il male.

Ci ritroviamo così nel 1959, anno di uscita de La bella addormentata nel bosco. La principessa Aurora, ha in comune con Cenerentola l’elemento della ‘disobbedienza’; Cenerentola disobbedisce all’ordine di non uscire di casa, impostole dalla matrigna, mentre Aurora disobbedisce alla regola di non parlare con gli sconosciuti. Ed è così che incontra (o meglio re-incontra) Filippo. Ecco che compare la figura di un principe che ‘agisce’. Nei precedenti classici, il principe compiva solo il gesto di ‘salvare’ la sua bella con un bacio, o per meglio dire, con l’amore che rompe ogni maleficio. Per La bella addormentata nel bosco, è diverso. Il principe Filippo, sottolinea la prof.ssa Pelizzari, sfida il male combattendo fisicamente contro la strega Malefica, e arriva a salvare non solo la bella Aurora, ma tutto l’intero regno che era caduto sotto il tremendo incantesimo che ha portato tutti a dormire per 100 lunghissimi anni.

Con la principessa del mare Ariel, nel cartone La Sirenetta del 1989, entriamo in una nuova era, non solo per la Disney, ma per le stesse principesse! Ariel è, in realtà, la prima principessa che si può definire ‘ribelle’; esprime, asserisce la prof.ssa Pelizzari, “la piena voglia di libertà”. Non si limita a disobbedire agli ordini, ma litiga furiosamente con il padre e compie un vero atto di ribellione, fuggendo non solo da casa, ma addirittura dal suo mondo. Ancora più tenace, forte e con fremente voglia di emancipazione è Belle, la protagonista de La bella e la Bestia del 1991. Rappresenta l’elemento fortemente ‘atipico’ per l’epoca in cui è inserita. Guardata di cattivo occhio da tutti, perché è una ragazza che non si limita a rassettare e sistemare le faccende domestiche, ma dedica buona parte del suo tempo a fare ciò che le piace di più; una cosa su tutte, leggere. Anche qui le figure degli uomini sono importanti: Gaston, il pretendente primordiale rappresenta il passato, e l’essere retrogrado, e poi c’è la Bestia, il principe trasformato in ‘mostro’ da un terribile incantesimo, che considera Belle, ossia ‘la donna’, come una sua pari. E, in questo cartone, sarà l’eroina a salvare il principe esprimendo il vero amore con la frase ‘io ti amo ‘, che romperà l’incantesimo. Con Belle vediamo i primi segni, più forti nei successivi cartoni, di una visione di una donna  che lotta e combatte contro l’intera società per affermare ciò che è e ciò che desidera.

E’ con il classico successivo, esattamente dell’anno dopo, ovvero 1992, che facciamo un altro passo fondamentale della cinematografia Disney: la fascinazione verso altri mondi e l’incontro con altre culture. Ci troviamo innanzi ad Aladdin; questo cartone ha degli aspetti molto particolari. Jasmine, la bella e ricca principessa araba, non è felice di quello che ha, vuole vivere come una ragazza comune e pretende di girare liberamente nella città perché è stanca di vivere rinchiusa nel suo palazzo. Anche qui abbiamo gli elementi di ribellione, non voler seguire le regole e soprattutto non vuole categoricamente sposarsi con un matrimonio combinato, ma è alla ricerca del vero amore! In realtà, il vero protagonista del cartone è per l’appunto colui che ne dà anche il nome, ovvero Aladdin; un ragazzo semplice, che vive in miseria ma che viene per l’appunto definito “un diamante allo stato grezzo”. Il desiderio di indipendenza di Jasmine e la voglia di Aladdin di affermare che non conta la classe di appartenenza quando si parla di ‘vero amore’, portano, a conclusione del cartone, a far sì che il Sultano, padre di Jasmine, decida di abolire il matrimonio per casta, infrangere, distruggere questa regola, e finalmente aprire le porte al vero amore.

Continuando sulla scia delle storie che incontrano culture differenti, arriviamo nel 1995 a Pocahontas; emblema di donna moderna e forte, che è disposta a sposare Kocoum sotto volere del padre, ma che si innamora dello straniero John Smith giunto in terra selvaggia. Pocahontas, però, rispetto alle altre eroine, non vuole lottare solo per se stessa; anzi. La sua è una lotta per il suo popolo. Ciò che più le interessa è salvare il suo popolo dall’invasione e dalla cattiveria dell’uomo bianco, e, ancor di più, salvare la terra; all’interno di questo cartone, infatti, è racchiuso un forte ed incisivo discorso ecologico, sul rispetto della natura, sottolineato dalla famosissima canzone cantata dalla protagonista ‘I colori del vento’. Tra tutti questo è l’unico classico che non ha un vero e proprio “happy ending”; Pocahontas, infatti, lascerà andare via il suo amore John per restare accanto al suo popolo. Rinunciando, quindi, al ‘vissero per sempre felici e contenti’ per amore della sua terra.

Evoluzione ancora più forte di questa ‘guerriera che combatte per il popolo ‘ è Mulan, 1998. Mulan, definita per l’appunto ‘la principessa guerriera’, combatte e lotta per il suo popolo e per affermare se stessa. Elemento nuovo che ritroviamo è sicuramente quello del ‘travestimento’; la principessa Mulan, infatti, vestirà in panni di uomo e sarà vista come un grande guerriero, fino al momento del disvelamento. Sottolinea ed evidenzia la prof.ssa Pelizzari come il passaggio da uomo a donna faccia immediatamente perdere a Mulan la credibilità e la fiducia conquistata in panni di uomo. Ma, il messaggio finale del cartone, fa capire come anche questa barriera venga distrutta. L’imperatore infatti si inchinerà a Mulan dicendo “ha salvato la Cina. Merita rispetto!”. Il passaggio dai precedenti cartoni fino ad arriva a Pocahontas, ma ancora più evidente in Mulan, e la perdita di interesse nel ‘coronare l’amore con l’uomo dei propri sogni’; in Mulan, la storia d’amore con il capitano è Shang è messa nettamente in secondo piano, rispetto alla vera problematica affrontata con maestria dalla Disney: l’emancipazione femminile.

Dal 1998 al 2009, la Disney ha dedicato la sua attenzione ad altre tipologie di cartoni, abbandonando un po’ quello che la prof.ssa, come abbiamo detto all’inizio, ha definito il ‘franchise’ delle Principesse. Dobbiamo ricordare una cosa importante: il 4 novembre del 2008 Obama venne eletto Presidente degli Stati Uniti d’America e nel 2009 ecco che la Disney ci propone la prima principessa afroamericana Tiana, protagonista de La principessa e il ranocchio. Simbolo e portavoce di un popolo, in questo caso quello afroamericano, può essere accostata e ricollegata alle precedenti Mulan e Pocahontas. Il sogno di Tiana però non è più né il sogno delle prime principesse, ovvero quello di trovare ‘il vero amore’, né quello delle ultime principesse patriottiche, di salvare il loro popolo dimostrando la loro forza e tenacia a tutti. Il sogno di Tiana è quello di aprire un ristorante in memoria del padre ormai non più in vita. La trama viene poi rafforzata da una storia d’amore con il principe Naveen trasformato in ranocchio, che spera di ritornare principe baciando Tiana; ma, siccome non è una vera principessa, sarà lei a trasformarsi in ranocchio. Molto divertente ed esilarante, una sorta di ‘commedia degli errori’. Anche la vena comica è un altro elemento, possiamo dire, ‘nuovo’ che si sviluppa all’interno di questo cartone.

Nel 2010 dalla Walt Disney Animation Studios, con l’utilizzo della nuova tecnica della CGI, abbiamo il cartone campione d’incassi 2011 Rapunzel L’intreccio della torre. Rapunzel viene vista, dice la prof.ssa Pelizzari, come la sintesi di tutte le principesse che l’hanno preceduta; nonché l’incarnazione (partendo da Ariel) della libertà stessa. Lei, rinchiusa in questa torre, ha un unico sogno: quello di essere finalmente libera, di vivere la vita; anche solo di calpestare a piedi nudi il giardino che aveva sempre visto dall’alto della torre. Come Tiana, discostandosi un po’ da Pocahontas e Mulan, per vivere a pieno la sua vita…vuole che accanto alla conquista della libertà ci sia la scoperta del vero amore!

L’ultima (per il momento) principessa presa in analisi con/dalla prof.ssa Pelizzari in questo fantastico seminario è Merida, protagonista di Brave, 2012. Una principessa completamente contemporanea; una ragazza ribelle, coraggiosa, audace e insofferente alle regole di corte. Non ama i cerimoniali, seguire le regole del bon ton e curarsi del suo aspetto fisico (soprattutto pettinare i suoi rossi, folti e crespi capelli, simbolo evidente della sua voglia intrinseca di ribellione. Se pensiamo poi al colore ‘rosso’, guardando ad esempio a Rosso Melpelo, Giovanni Verga, troveremo molto facile associare un ‘caratteraccio’, poco gestibile, di chi possiede questa tipologia di capelli). Anche lei è costretta a sposare uno dei pretendenti che si scontrano per lei, ma sovverte la tradizione…Lei vuole essere single! In conflitto continuo con la madre, ha un ottimo rapporto con il padre. Tutto il cartone è incentrato su uno scontro generazionale che non è più lo scontro “figlia/matrigna” (quindi tra bene e male) ma è uno scontro figlia/madre; scontri contemporanei, litigate alle quali possiamo assistere (in misura più contenuta, indubbiamente!) anche nelle nostre stesse case. La figura del padre stessa, non è la figura tradizionale dei padri di un tempo: basta considerare che per il quarto compleanno, regala a Merida un arco!

“Chissà cosa ci riserva la Disney per il futuro” Afferma la prof.ssa Pelizzari al termine del seminario. Ci sono state varie risposte (o anche aspettative se vogliamo…), come ad esempio ‘avremo il principe gay’ o ‘la principessa ragazza madre’. E voi, cosa ne pensate?

Alessia De Stefano
Maria Rossella Scarpa