I parchi a tema sono, ormai, una realtà consolidata della nostra società e sono un importantissimo punto di riferimento e di continua esplicitazione dei concetti essenziali del marketing esperienziale. Il Prof. Borghese ci racconta il perché e compie un excursus sui parchi tematici: dai giardini pubblici fino alle innovazioni disneyane.

Gli antenati dei parchi a tema sono da sempre i grandi giardini francesi e inglesi, che vennero aperti al pubblico a partire dal 1500, e volevano coniugare il divertimento al contatto diretto con la natura.
Il sistema si è poi evoluto con le prime Grandi Esposizioni Universali, cui scopo era quello di mettere in uno stesso spazio gli esempi di progresso ottenuto in tutte le discipline sempre in un contesto all’aperto e a contatto con la natura. Delle Esposizioni Universali ce ne parla anche il grande sociologo Georg Simmel nel suo trattato Estetica e Sociologia, in cui Simmel espone anche i primi strumenti fondamentali per il marketing esperienziale. Potete leggerne un passo cliccando sulle immagini sottostanti.

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Il divertimento e l’intrattenimento sono comunque gli assi (im)portanti di questo modello di marketing. La città assume un ruolo centrale e diventa contenitore di ciò che il mondo può offrire in un determinato momento storico. Altre realtà di questo tipo sono, ad esempio, il Tivoli di Copenhagenche nasce a fine ‘800 e ha come concetto fondamentale – di nuovo – l’ibridazione tra divertimento e natura. La vera svolta è nel 1903 a Coney Island, nello stato di New York, quando nasce il primo Luna Park grazie a Frederic Thompson ed Elmer Dundy che erano stati gli inventori dell’attrazione A trip to the moon. Il parco venne “offerto” ai due soci da Harry George Tilyou – proprietario dello Steeplechase Park – e venne chiamato Luna Park in onore della sorella di Dundy, che si chiamava proprio Luna.

In quanto a innovazione, Walt Disney è stato uno dei maestri, motivo per cui non poteva farsi scappare l’opportunità così succosa di creare uno spazio nel quale riprodurre un mondo tutto ispirato ai film della sua casa cinematografica. L’idea di Disneyland prende forma già nel 1952 e in tre anni il sogno di Walt diviene realtà. É il 17 luglio 1955 quando il primo Disneyland viene aperto al pubblico ad Anaheim in California, ed è subito un gran successo che coinvolge più di 50.000 persone, tanto che tutto l’evento è trasmesso in diretta TV. I parchi Disney diventano una vera e propria forma di spazialità dell’immaginazione, soprattutto perché si traduce in reale tutto il mondo animato della Disney. E i numeri parlano da sé: nel 2012 i parchi a tema hanno ospitato 233 milioni di persone, il 43% di queste si è recato in un parco Disney che detiene ormai il monopolio da questo punto di vista. Il parco a tema diventa un’esperienza che colpisce il pubblico a livello emozionale e lo coinvolge direttamente, sfruttandone ogni tipo di sensazione e generando dei ricordi. L’esperienza diventa, dunque, il principale generatore del valore e il tempo libero è ormai considerato un vero e proprio fenomeno economico.

Quando Disney decise di espandere i suoi parchi anche oltre oceano, la Campania fu la prima regione ad essere considerata per una base in Europa. L’operazione però non andò a buon fine, e adesso Eurodisney si trova a Parigi ed è appunto conosciuta come Disneyland Paris. A questo proposito dovremmo aggiungere che i parchi tematici sono diventati delle vere e proprie mete turistiche: “non si va più a Parigi e poi a Disneyland, si va prima a Disneyland e poi si va a Parigi”. Questo fenomeno è incrementato anche dalla nascita di veri e propri “pacchetti”, che collegavano tutti i principali luoghi turistici di una data regione e la Disney Company non ha perso tempo a costruire Hotel all’interno (o nelle vicinanze) dei parchi stessi, in modo da agevolare ancora di più l’esperienza del pubblico.

Al 2013 la tipologia dei parchi Disneyland è la più imitata del mondo, soprattutto dagli Studios americani (vedi Universal Studios), ed è comunque un mondo in continua evoluzione. Lo stesso Walt Disney affermò che “finché ci sarà ancora immaginazione a questo mondo, Disneyland non sarà mai completo“, caratteristica che altri parchi – ad esempio il Wizarding World of Harry Potter – non possono permettersi.
Il successo dei parchi tematici è stato portato al livello successivo con la città di Las Vegas, considerata il più grande parco a tema del mondo. Nel suo piccolo universo, “la città del peccato”, presenta tutti i principali elementi del marketing esperienziale: la persona al centro di tutto, un contesto stimolante e l’importanza della dimensione immaginativa. La vita vera di Las Vegas è sulla famosa Strip, dove si trovano tutti i più famosi hotel “a tema” appunto che ricreano New York, Parigi, Venezia e l’antica Roma nel più famoso, il Caesar’s Palace – ispirato addirittura ai grandi kolossal cinematografici. Recentemente stanno seguendo un esempio simile con il Louvre di Parigi e il parco tematico dedicato a Ferrari a Dubai.

Ormai il marketing esperienziale è uno dei principali modelli seguiti in tutto il mondo, la stessa catena Starbucks ne é un esempio palese: all’interno della caffetteria del brand, non si va semplicemente a bere il caffè, ma si possono leggere libri, approfittare del wi-fi e rendere il caffè un piacere che duri più di un paio di minuti. Un ultimo esempio è legato al mondo della tecnologia e alla Apple, che usa tutti gli elementi e i principi del marketing esperienziale all’interno della sua azienda. Uno smart phone o un tablet Apple raggiungono prezzi alti soprattutto perché i prodotti incorporano una serie di tecnologie all’avanguardia, che fanno sentire parte della società e del mondo moderno.

Molti spunti di riflessione in questo seminario che è il penultimo della serie #Disneymood e di cui potete trovare una Mural.ly riassuntiva alla fine dell’articolo. L’ultimo appuntamento sarà Martedì 26 Marzo, recupereremo la lezione del prof. Locanto su Fantasia e sull’importanza della giusta armonia tra cinema e musica nei classici Disney.

Alessia De Stefano

Mural.ly: https://beta.mural.ly/#/rossella088/1363167547787
a cura di Maria Rossella Scarpa, Alessia De Stefano e Fabio Borghese