Il giorno 18 gennaio 2013, il direttore del Sole 24 ore, Roberto Napoletano, ha tenuto un’illuminante conversazione con i giovani studenti dell’Università di Fisciano, parlando dell’importanza dell’informazione, e, soprattutto, della particolare struttura del Sole 24 ore che lo fa essere, ad oggi, in Italia, una guida nella vita di tutti e un sostegno per lo sviluppo economico e sociale. E’ stata anche un’opportunità per presentare il suo libro, Promemoria italiano. Quello che abbiamo dimenticato. Quello che dobbiamo sapere. Quello che dobbiamo fare. 

Prima dell’incontro con gli studenti, Roberto Napoletano, ha incontrato il Rettore dell’Università, Raimondo Pasquino, complimentandosi con lui per la struttura del Campus, elogiando il nostro Ateneo, e la Preside della facoltà di Lingue, Ileana Pagani, che ha fatto sì che questo incontro/conversazione, organizzato dal prof. Fabio Borghese, responsabile di Creactivitas – Laboratorio di Economia Creativa, e dal prof. Marco Pistoia, docente di Storia del Cinema, potesse aver luogo all’interno dell’Università.


Il Direttore ha dato inizio alla conversazione con gli studenti, partendo dalla considerazione che il Sole 24 ore è un giornale che si sforza ogni giorno di applicare, nel racconto dei fatti, un criterio comparativo competitivo. I fatti devono acquisire una maggiore verità. Il Sole è il giornale economico di maggior successo, perché ha garantito un racconto veritiero sul nostro paese; una cifra informativa che si trasferiva dall’economia reale, quindi la finanza, a tutti i temi istituzionali con la stessa caratteristica. La frase “Lo ha detto il Sole 24 ore” è la frase che dà al direttore Napoletano la facoltà di equiparare il Sole 24 ore al Vangelo. Napoletano tende a molto a rimarcare su questo aspetto, su questi dati, sull’importanza che il Sole 24 ore possiede; lo riscontriamo anche nei giorni successivi alla sua uscita. I giornali, infatti, vengono confrontati, tra loro, sempre la mattina della loro uscita. “Ma quante” dice Napoletano “di queste aperture, 3-4 giorni dopo, hanno un seguito? Quante hanno  un valore nel tempo?”.

Fare un giornale significa assumersi delle responsabilità. E questa è una cosa molto importante, che il Direttore tiene a sottolineare: “Bisogna dare tutte le notizie, mai nasconderle; scavare e cercare. E’ un modus di fare informazione anche legato ai numeri, fattuale; legato, quindi, non tanto alle persone quanto ai comportamenti”.

La forza di un giornale come il Sole 24 Ore, viene avvertita ancora di più oggi; viviamo un periodo di grande crisi, forse superiore addirittura alla crisi del ’29. Chi fa informazione, ai nostri giorni, si carica di enormi responsabilità.  Ed è per questo che l’equipe del Sole 24 Ore è formata da giornalisti esperti nei rispettivi settori di competenza. Il Sole 24 Ore ha una struttura unica, particolare. Ciò che altri giornali scrivono in 10 pagine, il Sole ce lo presenta in una. Ma quest’unica pagina è una pagina di qualità; è a questo che punta il Sole 24 Ore. Un aspetto fondamentale, e che è giusto che venga rimarcato, è che il Sole 24 Ore deve essere visto come uno strumento di lavoro, come un amico che ti guida nelle scelte. E proprio oggi, questo giornale, può essere un faro, una luce da seguire, grazie alla quale indirizzarsi nella vita e nella società. Ma per fare questo, il giornale deve essere accessibile, a tutti, perché un giornale inaccessibile diventa un giornale automaticamente rifiutato. Quindi, il giornale, deve diventare utile, più che un mero prodotto cartaceo. Ed è questa la grande sfida del direttore Roberto Napoletano, e della sua equipe di giornalisti: “creare un sistema multimediale integrato sul modo di fare informazione, che parte dall’economia e raggiunge tutti gli spicchi dell’informazione: cronache istituzionali, cultura, società, con un modo unico, riconoscibile, di fare informazione”. Perché, oggi, non esiste più il monopolio della carta stampata. Il Sole 24 non è un giornale popolare, ma se si riesce a garantire un racconto rigoroso, asciutto effettivo, si fa un passo avanti verso un modo corretto di fare informazione. Questa deve passare ed essere divulgata anche e soprattutto sui mezzi di ultima generazione: l’informazione vivrà su tablet, smartphone e cartaceo, allo stesso modo: “Non c’è più differenza tra informazione cartacea e digitale. C’è più differenza nel modo di informazione offerta. La qualità dell’informazione deve essere riconoscibile sia se arriva sul tablet, sullo smartphone o il cartaceo. La qualità deve essere sempre la stessa, su tutti i mezzi di trasmissione e divulgazione”.

Molto significativa è stata la presentazione del suo libro, dal titolo Promemoria italiano. Quello che abbiamo dimenticato. Quello che dobbiamo sapere. Quello che dobbiamo fare. Il testo ci offre una panoramica sulla cosiddetta Seconda Repubblica a due decenni di distanza da Tangentopoli, e il “la”, ad inizio libro, viene dato da un vecchio brano di Lucio Dalla, intitolato Telefonami tra vent’anni. Oggi, siamo costretti a constatare, che la situazione che ci faceva inorridire nel ’92, ossia la piaga dei finanziamenti illeciti ai partiti,  non solo persiste nel terzo millennio, ma è addirittura peggiorata, spiega l’autore, in quanto “i soldi pubblici non finiscono più nelle tasche dei partiti, ma in quelle delle persone”. Con la speranza che tra vent’anni non saremo costretti a constatare che la situazione è ulteriormente peggiorata, ci viene presentata questa “raccolta editoriale”. Racconti brevi, fatti odierni, con lo sguardo rivolto al passato. “E’ da i valori di De Gasperi, Menichella, Sturzo e Pescatore che bisogna ripartire. La risalita del paese può basarsi esclusivamente sul recupero delle vecchie concezione di funzione pubblica e comunità”. Ed è proprio con la presentazione di questo straordinario promemoria, che ci ricolleghiamo all’ultima trance di questa conversazione. Infatti, prima di terminare l’incontro con le domande degli studenti, mirate sull’aspetto giornalistico e sulla possibilità in Italia di intraprendere questa carriera, il Direttore si è soffermato sulla più grande caratteristica dell’ Italia: il patrimonio culturale che possediamo è enorme. “Bisogna puntare sulla cultura,  investire su di essa”, dice Napoletano. E ad evidenziare questa sua posizione, nel 2012, nella III edizione del premio Vietri sul mare , concentrata sul tema della Cultura, tutelata dall’art. 9 della Costituzione, vediamo il direttore del Sole 24 Ore premiato per aver promosso, con il suo giornale, il Manifesto per la cultura. Queste le parole del Direttore che rimarca, più e più volte, l’importanza del nostro patrimonio culturale, immenso e potente motore del nostro paese: “La cultura è il grande patrimonio dell’Italia, che è conosciuta nel mondo proprio per il patrimonio artistico, storico e museale. La lingua identificata come lingua della cultura è quella Italiana. Io credo che investendo anche con risorse proprie, in maniera intelligente, senza dover ricorrere a soldi pubblici, riconoscendo noi stessi il valore che abbiamo sul nostri territorio, possiamo creare un moltiplicatore di ricchezza, valore ed occupazione, pari ai grandi marchi dell’alta moda italiana. La cultura deve diventare il nostro brand, il nostro marchio identificativo. Ciò che occorre fare, è riscoprire le nostre radici per creare innovazione; andare avanti, molto avanti, puntando sul nostro patrimonio”.

 

Maria Rossella Scarpa

 

Link:

Unisa: www.unisa.it

Unis@und: http://iunisa.unisa.it/

Metropolisweb: http://www.metropolisweb.it/Notizie/Salerno/Cronaca/roberto_napoletano_docente_giorno_ateneo_salerno.aspx

Manifesto per la Cultura:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-18/niente-cultura-niente-sviluppo-141457.shtml?uuid=AaCqMotE

Promemoria italiano:

http://bur.rcslibri.corriere.it/libro/6257_promemoria_italiano_napoletano.html