L’ambientazione, l’evento. Il perfetto accordo tra antico e nuovo. L’esperienza di Ravello Lab vissuta nel complesso monumentale di Villa Rufolo lascia un segno ancor più forte. Il peso di una location nella dinamica dell’evento, tra suggestione, evocazione e funzionalità.

La VI Edizione dell’evento Ravello Lab ha avuto come palcoscenico la meravigliosa architettura di Villa Rufolo, complesso monumentale che porta il nome della famiglia che intorno al XIII secolo lo fece edificare. In origine questo complesso monumentale era composto da “più ambienti che i giorni dell’anno”, ma con il passare degli anni molti di essi sono andati distrutti, erosi dal tempo e dalla poca cura.

Nei secoli a venire la giusta importanza è stata resa a questo complesso. Gli ambienti sono stati restaurati e salvaguardati, e, ai giorni nostri, nei quali gli spazi soddisfano le esigenze funzionali della Fondazione Ravello, del Ravello Festival e del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, è stata data la possibilità a chi ha partecipato a Ravello Lab di immergersi in un’atmosfera molto diversa da una realtà di una grande o piccola città. Quell’atmosfera che è propria di un luogo antico immerso in una natura perfetta. Le finestre in pietra permettono alla luce di filtrare negli ambienti donando agli argomenti e alle discussioni sulla cultura, l’innovazione e il progresso un retrogusto di antico sempre presente. L’innovazione, il progresso, necessitano del passato, di un vecchio con un bastone che aiuta e spinge il presente a diventare futuro.


Ma la bellezza di questa splendida struttura è resa ancor più suggestiva dai giardini che circondano l’edificio, i quali sono stati assaporati e gustati da tutti nel tragitto dalle sale nelle quali si è svolto l’evento, al chiosco nel quale si pranzava, si discuteva e si ammirava quell’immensa distesa di colori e si godeva del silenzio della natura. Un silenzio carico di sensazioni e di odori rumorosi che distolgono l’attenzione dal resto del mondo facendoti sentire parte di quel luogo che, lo avverti, lo senti…è sacro. E poco più in là, dove terminano i giardini, la terrazza cade a picco, accarezzando dolcemente il corpo sinuoso della Costiera Amalfitana, sull’immensa distesa blu del Mediterraneo, che avvolge come un manto quel paradiso terrestre che è… fuori dal tempo.

Maria Rossella Scarpa