“Ritengo che per capire a fondo l’artista, sia indispensabile conoscere l’uomo” Vittorio De Sica

Le parole di uno dei massimi registi del cinema mondiale, un premio oscar e uno dei padri del Neorealismo, sono il filo conduttore di una mostra in corso all’Ara Pacis a Roma. La mostra è stata aperta lo scorso  8 Febbraio e sarà in corso fino al prossimo 28 Aprile.

Si tratta di un percorso nella formazione, nella carriera e nella vita privata di Vittorio De Sica, un grande attore con doti di cantante, autore di molte canzoni famose, una su tutte Parlami d’amore , ma soprattutto un grande regista. Con l’occhio della macchina da presa ha focalizzato l’attenzione sull’Italia del dopoguerra riuscendo a raccontare gli italiani e l’Italia al grande pubblico in tutto il mondo.

L’idea era quella di allestire un percorso multimediale e interattivo sul personaggio, con installazioni video, fotografie, lettere, sceneggiature e vecchi oggetti di scena. Come in un viaggio nel tempo, si procede all’interno di un lungo corridoio corredato di foto di De Sica, dalla gioventù agli ultimi anni, per poi essere catapultati nel mondo di celluloide del regista- attore. Questa volta l’obiettivo di realizzare qualcosa di interattivo e suggestivo per il pubblico è stato in effetti raggiunto.

Una volta entrati nella prima sala si possono ammirare le prime fotografie di scena, risalenti agli anni trenta, che riprendo un giovanissimo De Sica alle prese con i primi film e le esperienze teatrali. Il tutto è accompagnato da un vecchio grammofono che fa risuonare le sue canzoni più conosciute mentre sulla parete scorrono veloci le scene dei film che ci hanno fatto sognare.

Uno e centomila, per usare un’espressione pirandelliana, è la definizione che più si addice ad un uomo versatile com’era De Sica. Un uomo, prima di tutto e, infatti, grazie alla gentile disponibilità dei figli del cineasta, Emi, Manuel e Christian è possibile vedere le lettere di un padre e un marito sempre presente costretto dalle circostanze a dividersi tra due famiglie, per non togliere la presenza paterna a nessuno dei figli.

Una piccola sala cinematografica improvvisata, con qualche sedia e pronta per la proiezione con una tenda rossa che ricorda i cinema di una volta, riporta alcuni spezzoni dei suoi film da regista. Da Ladri di biciclette e Sciuscià, da Miracolo a Milano all’Oro di Napoli, piccoli capolavori che raccontano lo sguardo del regista verso l’Italia degli anni Quaranta  e Cinquanta. Grandi personaggi come la Ciociara, tinte forti e struggenti, storie d’amore , morte e famiglia, come quelle de L’oro di Napoli.

Ma De Sica, come tutti i geni del suo tempo non era solo. La mostra racconta, infatti, anche del sodalizio professionale e umano con lo sceneggiatore Cesare Zavattini che definire semplicemente sceneggiatore è riduttivo, dato che questi era anche un poeta, un pittore e un drammaturgo. Un artista a tutto tondo che ha sceneggiato gran parte dei film di De Sica e che del grande regista diceva:  

“ Noi due siamo come il cappuccino, che non si sa il latte qual è, e qual è il caffè, ma c’è il cappuccino. Questo significa che c’è stata una specie di vocazione a unirci, ci siamo uniti su una base reale, umana; e quando dico umana voglio dire certi valori espressivi che ci hanno trovato d’accordo subito in partenza, e vorrei dire, la semplicità, la chiarezza.”

La mostra è stata inoltre organizzata per temi. Una prima parte del percorso riguarda la formazione e la gioventù di De Sica, i primi successi come la collaborazione con il gruppo Za Bum, formato da Mario Mattoli e Luciano Ramo che chiamarono De Sica per un ruolo nel film Le lucciole della città che riprendeva il film di Chaplin, appunto Luci della città. Accanto alla formazione giovanile, anche quella personale con le foto e le riviste che documentano il primo matrimonio di De Sica, quello con l’attrice Giuditta Rissone dalla quale avrebbe poi avuto la figlia Emi.

Segue una sezione dedicata al De Sica cantante, poi una parte dedicata ai lavori in teatro, prosegue con i primi successi da regista e le macchiette che lo hanno reso popolare come attore. Fra queste ultime si ricordano, il Maresciallo di Pane amore e… di Dino Risi e il nobile decaduto in L’oro di Napoli, figura che per altro torna spesso in diversi film e che sarà, in vecchiaia uno dei suoi cavalli di battaglia.

Tanti sono stati, inoltre i personaggi del mondo del cinema che hanno espresso il loro pensiero nei confronti di una pietra miliare del Cinema italiano, da Comencini a Soldati, da Zavattini agli stessi figli. Un racconto di vita che è anche una pagina importante della Storia del Cinema attraverso i documenti di chi ha fatto parte del percorso artistico e personale del cineasta.

La sensazione, dunque, è quella di veder rivivere De Sica e il suo Cinema, come un viaggio nella storia, non solo dello Spettacolo, ma dell’Italia stessa. Un pezzo importante del mosaico che ci appartiene e che, attraverso le storie del regista ha molto a che fare con la nostra identità.

Link mostra Tutti De Sica

Sara Formisano